venerdì 18 novembre 2016

Step 08

Step 08 - Prima della scienza (quella fondata sull'esperimento, sull'ipotesi, sulla misura) il sapere si fondava su esperienze empiriche, su conoscenze euristiche, su consuetudini e su credenze che non possono essere completamente rigettate perché "non-scientifiche". Su queste conoscenze si fonda anche la nostra cultura.

- Ricercare la presenza del proprio "colore" nei proverbi e nei detti popolari.

- Individuare i rapporti tra il proprio "colore" e la superstizione e/o la scaramanzia.


-Con il termine "superstizione" indichiamo quell'insieme di credenze o pratiche rituali di natura irrazionale che vanno a influire sul comportamento di quelle persone che si affidano al carattere magico e soprannaturale per spiegare, a partire da determinati fattori, eventi senza evidenti relazioni di causa.
La superstizione trova terreno fertile nella paura e nell'ignoranza:
ciò che non riesce a essere spiegato e compreso è da sempre causa di turbamento per l'animo umano che talvolta preferisce rifuggire nella superstizione per ritrovare la sua serenità.
La "scaramanzia" è quella forma di superstizione secondo la quale determinate frasi o gesti attirerebbero o allontanerebbero la fortuna o la sfortuna. Un esempio italiano è la credenza popolare che afferma che quando si esce senza ombrello pioverà di certo, mentre portandolo succederà il contrario.
Il colore turchese scuro è legato indissolubilmente alla gemma del turchese.
essa ha un carattere "mutevole" poichè la sua porosità causa facili alterazioni del suo colore originario.  Proprio per questa sua natura capricciosa ha stimolato e ispirato fin dall'antichità numerose superstizioni e scaramanzie.

Per gli Egizi la turchese era una pietra considerata capace di proteggere il proprietario dai sortilegi, ma anche di vegliare su di lui nel regno dell'oltretomba. Era considerata simbolo dell'universo e dell'aldilà stesso.

Gli Indiani d'America indossavano le perline turchesi nella convinzione che esse li salvassero dalla paura e dal morso letale dei serpenti velenosi.
La pietra era ritenuta un contenitore degli spiriti degli animali, questa credenza probabilmente sta all'origine della consuetudine dell'uomo bianco di utilizzare
questa pietra come ornamento per il proprio cavallo al fine di prevenirne le cadute.
I Navajo si ornavano di perle turchesi come forma di protezione dal male attribuendo a questi monili funzione di amuleto porta fortuna. Erano soliti lanciare la turchese in acqua come forma di rituale verso il dio della pioggia e dei venti.

Nell'estremo oriente si credeva che la turchese donasse grande forza a chi la guardava. Nei riti di magia, meditare sulla pietra turchese nelle notti di luna piena si pensava potesse migliorare la salute e portare vittoria in battaglia.
Perfino in Tibet, nessuna pietra veniva considerata alla pari del turchese che secondo le credenze aveva vere e proprie proprietà divine, assicurando tra le varie cose un viaggio sicuro a chi la possedesse.

I Romani collegavano il turchese con la dea dell'amore Venere indossandolo di Venerdì, il giorno dell'amore.
Sono molti gli scrittori antichi che attribuirono alla turchese anche capacità di guarigione, la pietra era ritenuta in grado di curare l'epilessia, le malattie intestinali, l'ulcera, i tumori. Secondo Aristotele veniva impiegata nel trattamento del morso dello scorpione.



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